Beatrice Barbieri (Presidente Commissione Istruzione, formazione, lavoro): “Giornata nazionale per la scuola democratica: criticità delle nuove indicazioni nazionali”
20 Ottobre 2025
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Descrizione
Queste le dichiarazioni della Presidente della Commissione istruzione, formazione, lavoro Beatrice Barbieri
“Lo scorso sabato 18 ottobre 2025 si è svolta in tutta Italia la Giornata Nazionale per la Scuola Democratica, promossa dal Tavolo Nazionale per la Scuola Democratica, nato nell’aprile scorso con l’obiettivo di contrastare le nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo 2025, che molte componenti del mondo scolastico considerano inaccettabili per il loro impianto culturale e pedagogico.
Il Tavolo è composto da oltre 20 tra associazioni e sigle sindacali e ha organizzato, per questa giornata, eventi pubblici in 42 città italiane, da Trieste a Palermo. L’obiettivo era quello di aprire un confronto diffuso sul futuro della scuola pubblica, coinvolgendo insegnanti, studenti, famiglie e cittadini.
La partecipazione della Toscana:
Anche la Toscana ha aderito attivamente all’iniziativa, organizzando un evento regionale che si è tenuto a Firenze, nella prestigiosa Sala Luca Giordano della Città Metropolitana.
All’incontro hanno partecipato 13 associazioni e sigle sindacali, tra cui ARCI, ANPI e altre realtà impegnate nella difesa della scuola pubblica e dei valori costituzionali. Accanto a loro, è importante sottolineare la presenza istituzionale del Comune di Firenze e della Città Metropolitana, che con la loro partecipazione hanno riconosciuto l’importanza del tema e la necessità di aprire un dibattito pubblico sul futuro dell’educazione.
Nel corso della mattinata, dalle 9:00 alle 13:00, si sono alternati interventi, riflessioni e proposte, con l’obiettivo di costituire un Tavolo toscano per la scuola democratica, che possa operare localmente per:
• Promuovere il confronto con la cittadinanza e con i collegi docenti;
• Coinvolgere la comunità scolastica in un’analisi critica delle nuove Indicazioni;
• Difendere una visione di scuola inclusiva, partecipata e centrata sulla crescita collettiva.
Le criticità delle nuove Indicazioni Nazionali 2025
Le nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo 2025 hanno suscitato forti preoccupazioni tra esperti, docenti e rappresentanti del mondo educativo, per diverse ragioni:
• Propongono un ritorno a un modello nozionistico e trasmissivo, con un marcato approccio disciplinare, escludendo quasi del tutto le competenze trasversali e relazionali;
• Dimenticano oltre trent’anni di evoluzione pedagogica, basata su inclusione, cooperazione e partecipazione;
• Sono state redatte senza alcun processo partecipativo: lo ha segnalato con chiarezza il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione;
• A causa di queste lacune, sono state sospese dal Consiglio di Stato, che ha rilevato criticità procedurali e sostanziali;
• Presentano un impianto culturale paternalistico, in cui “solo il magister conta”, escludendo il protagonismo educativo di studenti e studentesse;
• Ignorano le criticità strutturali reali della scuola italiana: mancanza di personale, disuguaglianze territoriali, edilizia scolastica inadeguata.
È un testo che parte sempre dall’“io” e non dal “noi”. Una visione individualistica e riduttiva del sapere, che rischia di allontanare la scuola dalla sua funzione costituzionale: formare cittadini liberi, critici e solidali.
Una riflessione condivisa
Come amministratori locali, non possiamo restare spettatori di una trasformazione tanto rilevante.
Il nostro territorio ospita scuole, insegnanti, studenti e famiglie che chiedono ascolto, spazi di confronto, partecipazione.
Credo che anche questo Consiglio Comunale possa e debba fare la sua parte:
• Accogliendo e riconoscendo le preoccupazioni espresse da chi vive quotidianamente la scuola;
• Sostenendo l'impegno delle associazioni e delle istituzioni locali che si stanno mobilitando per una scuola più giusta e democratica;
• Valutando forme di sostegno e partecipazione a questo percorso, anche attraverso momenti pubblici di confronto nella nostra città.
La scuola è un bene comune.
Non appartiene al Ministero, né ai singoli dirigenti: appartiene a tutti noi.
Difenderne il carattere pubblico, laico e democratico significa difendere le fondamenta stesse della nostra società”. (s.spa.)

