“La decisione assunta da D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza) di espellere l’Associazione Artemisia per avere aperto la partecipazione sociale anche agli uomini rappresenta un fatto grave e profondamente contrario ai principi di uguaglianza, inclusione e collaborazione che dovrebbero ispirare il lavoro comune contro la violenza di genere.
Artemisia, tra le associazioni fondatrici di D.i.Re, opera da oltre trent’anni a Firenze con competenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale, accogliendo, proteggendo e sostenendo migliaia di donne e minori vittime di violenza. La sua scelta di aprire la base associativa anche agli uomini non è una violazione di principi, ma un atto di maturità civile e di coerenza con l’idea che il contrasto alla violenza di genere richieda il coinvolgimento dell’intera società, senza esclusioni.
Sanzionare tale scelta con un’espulsione significa ripiegare su una visione escludente e ideologica, che indebolisce il fronte comune contro la violenza e rischia di isolare chi ogni giorno lavora sul campo con professionalità e spirito di servizio.
La violenza sulle donne non si combatte con barriere ideologiche, ma con alleanze, formazione, ascolto e corresponsabilità.
Artemisia merita rispetto e riconoscimento per il lavoro svolto, non l’allontanamento da una rete che essa stessa ha contribuito a fondare.
È necessario che D.i.Re riveda questa decisione e apra una riflessione seria e condivisa sul significato di femminismo nel XXI secolo: un femminismo inclusivo, laico e capace di dialogo, non chiuso in logiche di appartenenza.
La solidarietà ad Artemisia, che confermo anche da parte mia, non basta; valutiamo una segnalazione all’Autorità garante per il contrasto delle discriminazioni ed un esposto al Dipartimento pari opportunità, secondo il dlgs 198/06”.
Lo dichiarano i consiglieri di Fratelli d’Italia Alessandro Draghi, Angela Sirello (capogruppo), Giovanni Gandolfo e Matteo Chelli
(fdr)