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Campagna amica o nemica? Per una agricoltura realmente sostenibile

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Descrizione breve
Bundu e Palagi (SPC): "La nota della Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze invita a ragionare in modo informato su quello che anche le istituzioni comunicano"
Data:

25 Giugno 2025

Tempo di lettura:

3 minuti, 46 secondi

Descrizione

Queste le dichiarazioni di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune
 

"Riportiamo una nota che riteniamo molto importante, da parte della Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze, che da tempo porta avanti importanti esperienze di mercato contadino, in piazza Tasso e a Gavinana". (fdr)

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"Campagna amica o nemica?"


Poche settimane fa è stato aperto in San Frediano quello che sarebbe stato definito “il più grande mercato contadino della Toscana”.

La stampa locale ha riportato che Coldiretti avrebbe investito in tale iniziativa quasi un milione di euro, ospitando nei suoi locali, vicino alla storica porta, 35 tra piccoli produttori agricoli e cooperative e avrebbe dichiarato che presto arriveranno a 50.

Nella narrazione di Coldiretti, sarebbero sottolineati elementi di qualità come il “cibo autentico, legato alla stagionalità, alla genuinità e al territorio” e il (loro) sostegno alla piccola impresa agricola.

Questo almeno a quanto da loro affermato, perché la Comunità di Resistenza Contadina Jerome Laronze, che anima invece i mercati contadini di piazza Tasso e Gavinana, le cose non starebbero proprio così, anzi.

Secondo la Comunità, Coldiretti avrebbe invece una posizione ben più vicina alla produzione agricola su scala industriale, confondendo la mera protezione del prodotto nazionale, qualunque sia, con concetti come sovranità alimentare e autodeterminazione dei territori, e non essendo schierata apertamente nella lotta allo strapotere dei potentati economici dell’agrobusiness (che invece, da anni, viene portata avanti dai movimenti sociali che veramente lottano in sostegno dell’agricoltura contadina agroecologica).

Tanto i piccoli agricoltori che i “consumatori urbani” potrebbero quindi illudersi di poter finalmente contribuire alla riduzione della presenza monopolistica della GDO (grande distribuzione organizzata) e di accedere alla produzione e al consumo di un cibo sano locale e sostenibile, quando il modello produttivo e distributivo non è quello più giusto, salubre e solidale?

Basti ricordare che, a fronte della sempre annunciata “salvaguardia del made in Italy” e della “biodiversità aziendale offerta dalla piccola impresa agricola, ricchezza tutta italiana,” negli ultimi decenni, due milioni di piccole aziende agricole hanno chiuso i battenti, mentre le grandi diventano sempre più grandi, acquisendo terreni e quote di mercato.

Come sarebbe quindi possibile conciliare “piccolo e sano” con lo storico sostegno all’agricoltura industriale, piena di pesticidi, energivora, ultrafinanziata, predatoria e neoliberista? Che è appunto quel modello di agricoltura che porterà alla distruzione di ciò che Coldiretti invece affermerebbe di voler sostenere.

Ancora un esempio: la proposta di deregolamentazione sui nuovi OGM, che è all’esame della commissione europea, gode anche del sostegno di Coldiretti, insieme alle grandi multinazionali del settore sementiero, come Monsanto-Bayer e Singenta. Tale deregolamentazione eliminerà anche la tracciabilità dei nuovi OGM, che non dovranno più essere indicati in etichetta, e pertanto non sapremo se acquisteremo prodotti derivati da manipolazioni genetiche. E a poco servirà allora la petizione per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine degli alimenti commercializzati nell’Unione Europea.

La partecipazione diretta di tale associazione di produttori alla diffusione di un modello di agricoltura tecno-capitalista si rinviene d’altronde, ci ricorda la Comunità, nel suo posizionamento nel settore dei grandi competitor, in un gioco di società controllate e controllanti, accanto alle grandi aziende dell’agrobusiness.

Un modello certo poco prossimo all’economia solidale, all’agricoltura stagionale e dei territori, ai piccoli produttori, al biologico e al biodinamico, mentre sembra invece proporsi anche in nuove formule espansive, quali il neo-colonialismo economico del “Piano Mattei”, che vede Coldiretti accanto ad ENI, BF e Leonardo.

Ultimo aggiornamento:

25/06/2025, 12:17

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