La Commissione 7 (Pari opportunità, Pace, Diritti Umani, Relazioni Internazionali, Immigrazione) ha approvato oggi la risoluzione presentata dal Gruppo Consiliare Partito Democratico, a firma dei consiglieri Andrea Ciulli, Stefania Collesei, Caterina Arciprete e Giovanni Graziani (AVS Ecolò), per esprimere piena solidarietà a Géza Buzás-Hábel e denunciare il grave attacco alle libertà civili in corso in Ungheria.
L'atto nasce dalla preoccupante vicenda che vede coinvolto l'attivista ungherese, organizzatore del Pride del 28 giugno scorso, il quale rischia fino a un anno di carcere per aver difeso il diritto di ogni persona a essere sé stessa. Si tratta di un precedente gravissimo: per la prima volta nella storia dell'Unione Europea, una persona è sottoposta a procedimento penale per aver organizzato una manifestazione pacifica, trasformando un atto di inclusione in un presunto reato.
“Non possiamo restare in silenzio di fronte a queste violazioni”, dichiara il consigliere Ciulli.
“La libertà di riunione e di manifestazione sono pilastri inviolabili delle democrazie e dei Trattati europei. Perseguitare chi difende i diritti umani minaccia la libertà di tutti noi. Con questo atto ribadiamo che la libertà non si vieta e l'amore non si processa”.
“Con il via libera odierno della Commissione, la risoluzione prosegue ora il suo iter verso il Consiglio Comunale per l'approvazione definitiva”, dichiara la Presidente Collesei.
Il testo punta a invitare formalmente la Sindaca e la Giunta ad attivare iniziative di sensibilizzazione in collaborazione con le associazioni locali ed esprimere solidarietà pubblica a tutti i perseguitati in Ungheria; chiede altresì che l'assemblea cittadina domandi al Governo Italiano, nella figura della Presidente del Consiglio, di assumere una posizione chiara contro la criminalizzazione della libertà di espressione operata dallo Stato ungherese, e sollecita infine il Parlamento Europeo affinché richieda alla Commissione di avviare con urgenza una procedura d'infrazione contro l'Ungheria per la violazione dei principi fondamentali sui diritti umani.
La risoluzione sottolinea inoltre come il Premier Viktor Orbán continui ad essere accolto con onori da diversi leader europei, inclusa la Presidente del Consiglio italiana, legittimando di fatto politiche contrarie ai principi dell'Unione. L'atto, una volta approvato dal Consiglio, sarà trasmesso, tra gli altri, all'Ambasciata di Ungheria in Italia e alla Presidenza del Parlamento Europeo. (s.spa.)