Il Presidente del Consiglio comunale Cosimo Guccione ha ricordato il 59° anniversario dell’alluvione di Firenze
3 Novembre 2025
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Descrizione
Questo l’intervento del Presidente Cosimo Guccione in Consiglio comunale:
“Elide Benedetti, Giuseppina Biancalani, Guido Chiappi, Pietro Cocchi e Giuseppina Poggioli, Maria Facconi, Angela Fanfani, Italia Frusi, Lino Leporatti, Ermenegildo Livi, Carlo Maggiorelli, Angelina Marè, Cesare Martelli, Fedora Nesi, Armido Peruzzi, Luciano Sonnellini, Carlo Vensi, Corinna Cintelli, Guido Borghi, Giovanni e Vittorio Cortini, Agostina Bini, Palmiro Mancini, Orfea Casini, Giovanni Chiarugi, Brunetto Gonnelli, Donatella Gonnelli, Guidalma Gonnelli, Lorenzo Gonnelli, Rosina Merciai, Carolina Nocentini, Leonardo Sottile, Marina Ripari.
Questi i nomi delle 37 vittime dell'alluvione che nella notte tra il 3 e il 4 novembre del 1966 travolse Firenze e molti altri comuni della Toscana.
Lo scorso anno, a ricordare la tragedia di 59 anni fa sconvolse la nostra comunità, era con noi il giornalista Franco Mariani, che di lì a poco purtroppo è venuto a mancare. Penso sarebbe contento di sapere che noi oggi iniziamo col ricordare le persone che furono loro malgrado protagoniste di quella tragedia, prima di tutte.
Prima della città violata, del suo immenso patrimonio storico e artistico ferito, degli angeli del fango e del riscatto di una città che rinasce grazie all'aiuto e all'abbraccio che le viene da ogni parte del mondo.
Siamo a un anno dal 60° anniversario, un tempo importante nella memoria storica di una comunità, un arco temporale che permette al ricordo di sedimentare e di farsi memoria, appunto, con tutto il suo peso specifico, in termini di significato sociale, storico, politico, financo scientifico, oltre che emotivo.
Oggi che grazie alle infrastrutture di contenimento e alla Protezione civile che ci aiutano a prevenire, ai canali di comunicazione che ci permettono di avere contezza in tempo reale dei fenomeni, anche se non possiamo del tutto scongiurare situazioni di pericolo - lo sanno bene gli abitanti di Campi -, guardiamo l'Arno con altri occhi.
Il fiume e ciò che lo circonda sono sempre più un ambiente che accoglie, atleti che lo attraversano con canoe e kajak, turisti che lo percorrono su barconi, ragazzi, famiglie, persone di tutte le età che fanno jogging, camminano, sfrecciano in bici, sulle sue sponde o semplicemente passeggiano e nella bella stagione stazionano a prendere il sole, a fare un picnic, a leggere sulle sue rive erbose.
Penso che siano due le direzioni da percorrere oggi, a quasi 60 anni dall’alluvione.
Anzitutto continuare in maniera operosa e ricordare quello che è accaduto, facendo del racconto di quei fatti testimonianza e rinnovandola sempre.
E poi dobbiamo iniziare a definire – concretamente – quanto in questo tempo già sia e ancora di più possa divenire luogo di vita, di cultura, di socialità, di vicinanza con l'ambiente.
Per questo vorrei che in questo anno che ci separa dal 60° anche il Consiglio comunale avesse un ruolo. Nelle prossime settimane, confrontandomi con l'ufficio di Presidenza e con la conferenza dei capigruppo, visti i tanti atti che lo riguardano già presentati da quasi tutti i gruppi consiliari, mi farebbe piacere assegnare alle Commissioni che individueremo un'analisi sulle prospettive future per l'Arno, a partire dal modo di fruirne, e di viverlo, in modo da arrivare tra un anno a celebrare i 60 anni dall’alluvione anche con una prospettiva per il futuro che nasca da qui”. (s.spa.)

