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Strage di via Mariti. Leonardo Calistri (Capogruppo Firenze Democratica): “Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile”

Dettagli

Descrizione breve
“Intervento in aula del Capogruppo di Firenze Democratica Leonardo Calistri, dopo la comunicazione del Sindaco”
Data:

19 Febbraio 2024

Tempo di lettura:

2 minuti, 59 secondi

Descrizione

“Provo a dire qualcosa in un momento così difficile e fragile di questa nostra comunità come la chiamiamo ora.
Non so cosa sia successo precisamente ma qualche considerazione la vorrei fare.
Prima di tutto esprimo il mio sincero cordoglio e quella di Firenze Democratica alle famiglie delle vittime.
Un grazie vero e non di circostanza a tutto il personale che ha svolto e sta svolgendo le operazioni di recupero e di messa in sicurezza del cantiere in un contesto sicuramente complesso e delicato.
In questi giorni si è scritto molto, come si scrive molto in un momenti come questo. Direi che siamo molto bravi a scrivere ma poi quando dobbiamo intervenire facciano più fatica per una serie di motivi, non entriamo ora nel merito ma dovremmo farlo e prendere il tempo, poco spero, per intervenire e per essere credibili.
E in una situazione come questa penso a chi aveva un padre e ora non ce l’ha più, penso a quelle mogli che non avranno più un marito e potrei continuare…
Quello che è accaduto venerdì mattina sul cantiere di via Mariti rappresenta una tragedia immane e auspichiamo che venga al più presto fatta luce su quanto accaduto.
Se vogliamo evitare che tragedie come quella di via dei Mariti a Firenze si ripetano con cadenza regolare, è indispensabile porre un freno alla frammentazione delle prestazioni lavorative sui cantieri pubblici e privati, e investire maggiormente in formazione e controlli, applicando alcune regole del pubblico anche al settore privato. Lo spezzatino di professionalità e di aziende edili costituisce spesso la normalità nel mondo delle costruzioni e questo fenomeno ha un duplice effetto negativo: da un lato determina un impoverimento nella qualità del lavoro e dei lavori, dall’altro rende difficili i controlli in materia di sicurezza da parte dell’Ispettorato del Lavoro.
Abbandonare questo modello di gestione delle grandi opere, pubbliche o private che siano, deve essere la priorità dell’intero sistema-Paese. E ciò perché non è tollerabile sacrificare la vita di centinaia di persone ogni anno, in nome di un profitto che compromette la qualità del tessuto urbano e sociale delle nostre città.

Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure.
“La sicurezza non è un costo, ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona”, ha detto recentemente il presidente Mattarella.
E proprio per questo occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione”. (s.spa.)

Ultimo aggiornamento:

19/02/2024, 18:35

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