Descrizione
Queste le dichiarazioni del capogruppo del Partito Democratico Luca Milani
“Condivisione dell’appello del Vescovo mons. Derio Olivero, presidente della Commissione CEI per l’Ecumenismo e il Dialogo sulla recente vicenda che riguarda Mohamed Shahin, imam di una moschea torinese; una vicenda che sta suscitando forti tensioni, riflessioni e proteste.
Cosa è successo:
A fine novembre 2025, l’imam Shahin ha ricevuto un decreto di espulsione: gli è stato revocato il permesso di soggiorno ed è stato collocato in un Cpr, con disposizione di rimpatrio in Egitto.
Il motivo ufficiale: secondo le autorità, le sue dichiarazioni pubbliche durante una manifestazione pro-Palestina (in particolare relativamente all’attacco del 7 ottobre in Medio Oriente) e una presunta vicinanza ad ambienti “fondamentalisti” e “antisemiti” lo renderebbero “una minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato”.
Va sottolineato che non risultano accuse penali per terrorismo, istigazione o proselitismo a suo carico: la procura di Torino non ha aperto fascicoli di questo tipo. L’espulsione è un provvedimento amministrativo, non derivato da una condanna penale.
Nel frattempo, l’imam ha presentato una richiesta di protezione internazionale - asilo politico - sostenendo che, tornando in Egitto, rischierebbe persecuzioni, tortura o peggio a causa delle sue posizioni critiche nei confronti del regime.
La decisione ha scatenato proteste a Torino e nella società civile.
Tra le voci di dissenso, anche quella di rappresentanti religiosi come appunto del Vescovo Olivero che invitano a garantire il diritto di opinione, e di asilo quando esiste un reale pericolo per la persona.
Questa storia mette in luce diversi temi cruciali per il nostro Paese:
il bilanciamento tra libertà di espressione e tutela della sicurezza;
la gestione delle comunità religiose e la loro inclusione in una società pluralista;
il rispetto della procedura di asilo e protezione internazionale, soprattutto quando sussiste un reale rischio per la persona rimpatriata;
e infine la responsabilità dello Stato nel garantire diritti fondamentali, tra cui il diritto alla difesa, a un processo equo, al diritto all’espressione e all'opinione, e alla protezione di chi teme ritorsioni.
La vicenda dell’imam di Torino non riguarda solo un singolo individuo: riflette questioni di diritti, di libertà, di sicurezza e di convivenza. Noi siamo l’Italia e L'Italia deve essere capace di operare in modo diverso: lavorare per il dialogo, il confronto, il diritto internazionale e la Pace”. (s.spa.)

