Del Re (Firenze Democratica): “Attività storiche: vana la vittoria al Consiglio di Stato se poi si rinuncia ad applicare le norme del Regolamento”
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30 Giugno 2025
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Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re:
“Neanche una bellissima sentenza del Consiglio di Stato che dichiara legittime le norme dell’amministrazione comunale vale a rafforzare una sacrosanta battaglia contro la rendita e le liberalizzazioni nel commercio, che, nelle città a vocazione turistica, hanno cambiato i volti dei centri storici.
Con un question time in consiglio comunale, abbiamo chiesto aggiornamenti rispetto al contenzioso della Farmacia di San Felice; come mai per alcune attività storiche che erano state vincolate, come Migone in via Calzaiuoli, il regolamento non sia stato applicato; ed infine cosa succederà per il fondo del giocattolaio storico Dreoni, che da qualche settimana ha purtroppo chiuso i battenti in via Cavour.
Le risposte che ci sono arrivate dalla Giunta non sono, purtroppo, per nulla rassicuranti.
Sul caso Migone, ci è stato risposto che non era necessario un passaggio dal consiglio comunale perché il trasferimento non sarebbe disciplinato dal Regolamento: circostanza che contestiamo perché l’ubicazione dell’attività storica è uno dei criteri di vincolo fissati dal Regolamento (e la sostituzione di Migone con una grande catena commerciale come quella che ha preso il posto di Migone in via Calzaiuoli è proprio il caso di attacco alla rendita che si voleva combattere con questo innovativo Regolamento).
Questa argomentazione è stata utilizzata anche per commentare la situazione del caso Dreoni, dove la giunta ha ricordato che il trasferimento è sempre ammesso e che comunque è possibile cancellarsi dall’elenco delle attività storiche.
Un atteggiamento che ci è parso molto arrendevole, sebbene gli strumenti siano stati dichiarati ormai pienamente legittimi anche dal consiglio di Stato.
Per la Farmacia di San Felice - il cui fondo è stato chiuso dalla proprietà da quasi 3 anni, e che non è stato trasformato in altro solo grazie al Regolamento per la tutela delle attività storiche - ci è stato detto che il contenzioso è ancora pendente, e che lo scorso Dicembre sono stati presentati motivi aggiunti di ricorso da parte della proprietà del fondo; non ci è stato però risposto se la chiusura del fondo sine die possa rappresentare una violazione di per sé stessa del Regolamento, perché impedisce la fruizione di un bene tutelato. Battaglia che varrebbe la pena intraprendere con l’avvocatura comunale.
Aspetteremo anche la fine di questo contenzioso, consapevoli che quel Regolamento era il massimo che l’amministrazione comunale poteva fare per reagire agli attacchi della rendita (non potendo vincolare anche l’inquilino del fondo), ma che va applicato con coraggio e determinazione. Altrimenti ogni sforzo per la tutela delle attività storiche sarà stato vano, con buona pace anche dei principi sanciti dalla giurisprudenza amministrativa”. (s.spa.)