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Antonella Bundu, Dmitrij Palagi (Consiglieri SPC in Comune), Giorgio Ridolfi e Francesco Torrigiani (SPC Q1), Vincenzo Pizzolo (SPC Q5), Lorenzo Alba (Potere al Popolo): “Il food delivery della Gdo non basta”

Dettagli

Descrizione breve
“Il Comune e la Protezione civile diano copertura e mezzi ai volontari di quartiere”
Data:

13 Marzo 2020

Tempo di lettura:

2 minuti, 35 secondi

Descrizione

“Sono diversi ormai i volontari – tra cui nostri militanti – che a livello di quartiere (nel Q1 e nel Q5) si stanno organizzando per portare la spesa e le medicine alle persone che, per motivi di salute o di età è bene stiano in casa. Sappiamo di per certo che la grande distribuzione non è abbastanza attrezzata per il food delivery, molte domande sono rimandate infatti a fine marzo, con il rischio che anche le persone più a rischio sono costrette a uscire e fare la spesa.

Per questo – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani, Vincenzo Pizzolo e Lorenzo Alba di Potere al Popolo – chiediamo che il Comune si attrezzi per dare la possibilità ai volontari di agire in sicurezza, distribuendo ad ogni quartiere mascherine, guanti e un disinfettante spray, attivando un numero verde cittadino per raccogliere le richieste, smistando le domande ai gruppi di volontari e fornendo protocolli di sicurezza. È infatti necessario che la popolazione venga messa in condizione di attivarsi e che si eviti che le persone a rischio siano costrette a uscire di casa.

Abbiamo già un modello funzionante in questo senso, ossia quello messo in piedi durante l’alluvione del 1966, in cui parrocchie e case del popolo organizzavano i soccorsi rione per rione, chiedendo e ricevendo dal comune e dallo Stato formazione assistenza e risorse, per poter agire nel rispetto dei protocolli.

Chiediamo inoltre che anche i fattorini del food delivery possano ricevere guanti e mascherine. Purtroppo, nonostante si tratti di attività non essenziali, le aziende di fast food più grandi, pur non aperte al pubblico, continuano a consegnare pasti. Noi siamo perché la produzione in questi settori si fermi, evitando rischi per i lavoratori, ai quali va fornito un sostegno al reddito trattandosi di lavoratori parasubordinati. Nel frattempo “i riders” che viaggiano di casa in casa col rischio di essere contagiati e di essere a loro volta veicolo di contagio, devono poter lavorare in sicurezza. Le aziende – concludono Antonella Bundu, Dmitrij Palagi, Giorgio Ridolfi, Francesco Torrigiani, Vincenzo Pizzolo e Lorenzo Alba – devono fornire loro tutto il necessario, ispettorato e comune dovrebbero controllare dare la possibilità ai riders di procurarsi guanti, mascherine e disinfettante”. (s.spa.)

Ultimo aggiornamento:

13/03/2020, 17:39

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