Descrizione
Queste le dichiarazioni del consigliere del Partito Democratico Andrea Ciulli
“Il 28 giugno in Ungheria migliaia di persone hanno sfidato i divieti del governo Orbán per celebrare l’orgoglio e la libertà durante un Pride che le autorità avevano cercato di cancellare.
Oggi, il principale organizzatore, l’insegnante e attivista Géza Buzás-Hábel, rischia fino a un anno di carcere per aver osato difendere il diritto di essere se stessi.
Questo non è solo un attacco alla comunità LGBTQIA+, ma un colpo diretto ai valori su cui si fonda l’Unione Europea: libertà, uguaglianza, dignità.
Per la prima volta nella storia dell’UE, una persona viene incriminata penalmente per aver organizzato un Pride – un atto di amore e di pace trasformato in “reato” da un regime che vuole silenziare ogni voce libera.
Anche Amnesty International, insieme altre associazioni che tutelano i diritti di tutti e tutte, chiede alla Commissione Europea di rompere il silenzio e di agire subito, avviando una procedura d’infrazione contro l’Ungheria per la criminalizzazione delle riunioni pacifiche e difendendo chi, come Géza, rischia la propria libertà per difendere quella di tutti.
Il premier ungherese Viktor Orbán nel frattempo continua a intrattenere relazioni politiche con la nostra presidente del consiglio che pochi giorni fa lo ha ricevuto con tutti gli onori, prendendolo quasi a modello.
Noi non possiamo restare a guardare: ogni Pride messo a tacere, ogni voce perseguitata, è una ferita alla libertà di tutte e tutti noi.
Auspico che Unione Europea, governi democratici e la società civile alzino le loro voci ora, perché domani potrebbe essere troppo tardi.
La libertà non si vieta. L’amore non si processa. I diritti non si arrestano”. (s.spa.)

