Festival 'L'eredità delle donne', Giachi: “Donne che parlano del mondo e non del problema delle donne”
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23 Settembre 2019
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“É un festival ricchissimo di eventi, al punto che sembra impossibile si trovi solo alla seconda edizione. L’intelligenza di questa manifestazione risiede soprattutto nel fatto che il tema delle donne è affrontato chiamando le donne a parlare del mondo e non delle donne. Essa dimostra l’esistenza di un numero considerevole di donne competenti e creative nei più diversi campi del sapere”. Lo ha detto la vicesindaca e assessora alla toponomastica Cristina Giachi intervenendo, questa mattina al Teatro della Pergola, alla presentazione della seconda edizione del festival dedicata a Maria Luisa de' Medici, che si svolgerà dal 4 ottobre al 6 ottobre a Firenze con la direzione artistica di Serena Dandini.
“Anche un'amministrazione comunale può fare molto per rispettare la presenza delle donne nella storia - ha aggiunto - noi siamo già tempo al lavoro per una nuova toponomastica con maggiore rappresentanza femminile. Nello scorso mandato sono state tributate a donne il 10% delle intitolazioni, più del doppio della media nazionale che si attesta intorno al 4%. I nomi delle donne, anche importanti, sono spesso confinati a cortili, salotti e corridoi mentre strade e piazze principali sono riservate ai maschi. Firenze è al lavoro per cambiare tutto questo e incrementare decisamente la rappresentanza toponomastica femminile”.
“Non ci stupiamo di questo perché la storia è raccontata in chiave soprattutto maschile – ha sottolineato – da qualche tempo, però, il Comune ha deciso di riequilibrare recuperando i nomi della donne importanti che non hanno un'intitolazione”.
“Stiamo procedendo con la dedica di un ponte della tramvia a Margherita Hack – ha concluso la vicesindaca – e ne intitoleremo uno a Monna Tessa. La toponomomastica racconta il modo nel quale ci vediamo e ci rappresentiamo. Se continuiamo a vederci solo parzialmente trasmetteremo questa visione anche alle cittadine e ai cittadini giovani. Bisogna quindi sfruttare ogni possibilità, comprese quelle offerte della toponomastica, per creare occasioni educative e per crescere come comunità di uomini e di donne”. (fn)
