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Del Re (Firenze Democratica): “Congedo paritario in Comune: respinta la nostra mozione”

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“Nell’attesa di una modifica nazionale, c’è ancora tanta strada da fare, e speravamo che una spinta potesse arrivare dal basso, e da Firenze. Un’occasione persa”
Data:

14 Maggio 2025

Tempo di lettura:

5 minuti, 31 secondi

Descrizione

Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re:

“Respinta, ieri, in commissione organizzazione e bilancio, la mozione che avevamo presentato per chiedere che il Comune di Firenze desse il buon esempio e, mediante un accordo decentrato con le rappresentanze sindacali, estendesse il congedo di paternità per i propri dipendenti (oggi, per legge, pari solo a 10 giorni), e ciò al fine di arrivare finalmente a considerare la cura dei figli appena nati (o adottati) come condivisa su entrambi i genitori, contribuendo così ad abbattere anche un ostacolo all’ingresso delle donne nel mondo del lavoro per la disparità di astensione dal lavoro in caso di maternità e paternità.

Firenze poteva dare il buon esempio e fare da apripista nel mondo pubblico ad una buona pratica che alcune grandi aziende stanno già mettendo in campo mediante la contrattazione decentrata, come illustrato anche da recenti studi (si veda, tra tutti, quello della ONG Tortuga, presentato nei mesi scorsi alla Camera dei Deputati). 

Così, purtroppo, non è stato: la maggioranza si è, infatti, trincerata dietro il “non si può” (come riportato da una nota scritta della dirigente delle risorse umane del Comune di Firenze), che oltre ad essere opinabile nel merito (perché non viene considerato il ruolo della contrattazione decentrata), viene poi fatto seguire da quella che pare essere la motivazione più pragmatica della contrarietà degli uffici, ovvero il costo di questa eventuale ed innovativa misura. 

Il presidente della commissione 1, infatti, ci ha infatti letto i dati (inviati sempre dagli uffici delle risorse umane) dei dipendenti comunali che negli ultimi anni hanno usufruito del congedo di paternità, e quindi quello che sarebbe stato il costo per arrivare a coprire tale misura (ovvero un congedo anche per i padri di 5 mesi lavorativi; a noi, però, sarebbe bastato anche come primo passo un’estensione dei 10 giorni a 1 o 2 mesi di congedo per il padre).

Comprendiamo che il costo possa non essere bassissimo (anche se i dati che ci sono stati comunicati ci hanno purtroppo confermato il trend negativo della bassa natalità anche a Firenze), ma ogni diritto deve sopportare anche il necessario sacrificio per compiere un passo avanti nella parità di genere, nel concetto di cura condivisa, e nella tutela dei diritti dei figli appena nati a godere di entrambi i genitori. 
Questa immaginiamo sia anche la motivazione per cui anche il salario minimo (per cui non si è aspettato in questo caso una riforma nazionale: ma capiamo che erano i mesi della campagna elettorale) sia stato in realtà applicato ancora in rarissimi casi dall’amministrazione.

C’è ancora un po’ di strada da fare verso la parità di genere e tutto ciò che ne consegue, ed è possibile capirlo anche ascoltando molti degli interventi che ci sono stati in commissione da parte di consiglieri e consigliere sia di maggioranza che di minoranza. C’è chi ha manifestato perplessità proprio sul congedo paritario in generale, ritenendo che non fosse giusta un’estensione più lunga del congedo per il padre perché è la madre a partorire, e c’è chi ha affermato che la cura è naturale ricada sulla madre. Guardando invece alla dimensione locale e al testo della mozione, c’è chi ha parlato di privilegi che altrimenti si creerebbero solo per i dipendenti del comune, senza evidentemente tenere in considerazione i dati trasmessi da Anci Toscana e Ifel, che hanno parlato di vero e proprio allarme per gli enti locali guardando alla scarsa attrattività del lavoro nei comuni, per stipendi e carico di lavoro e responsabilità, tale da stimare nei prossimi 7 anni un ulteriore calo nelle assunzioni pari al 54% dei dipendenti oggi in servizio.

La mozione è stata dunque respinta. Unico voto a favore - oltre ovviamente a quello del nostro gruppo, che ne era il proponente - quello di Sinistra Progetto Comune. 

Il presidente della commissione ha però proposto di affiancare - in consiglio comunale al momento della discussione della mozione - un ordine del giorno per chiedere a Parlamento e Governo di intervenire per modificare in chiave estensiva l’istituto del congedo di paternità. Ovviamente il sostegno del nostro gruppo non mancherà, anche se auspicavamo che un segnale di concreto cambiamento potesse partire da Firenze, e che nella discussione non ci fossero tentennamenti rispetto al merito della questione”. 

Si riportano di seguito i dati comunicati ieri dal presidente della commissione circa il numero dei dipendenti comunali che negli ultimi anni hanno usufruito del congedo di paternità e il costo della simulazione (dispiace peraltro che, sebbene richiesti con una interrogazione depositata mesi fa, ancora non siano stati inviati):

- Nel 2022, 17 dipendenti hanno usufruito del congedo di paternità 
- Nel 2023, 18 dipendenti hanno usufruito del congedo di paternità
- Nel 2024, 33 dipendenti hanno usufruito del congedo di paternità

Sulle simulazione dei costi, aspettiamo di avere i dati esatti dalla commissione perché quelli letti non ci paiono coerenti al numero dei dipendenti che ne hanno usufruito”. (s.spa.)

Ultimo aggiornamento:

14/05/2025, 13:24

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