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Locchi (FI): “20% delle nuove costruzioni destinate agli affitti calmierati risposta insufficiente che denuncia la mancanza di una strategia per risolvere la crisi abitativa di Firenze”

Data:

7 Luglio 2025

Tempo di lettura:

4 minuti, 58 secondi

Descrizione

“Sebbene questa delibera nasca con l'intento di rispondere a uno dei problemi più urgenti e rilevanti della nostra città — quello della crisi abitativa — rischia, a mio avviso, di non rappresentare una risposta adeguata, ma di complicare ulteriormente la situazione. Il nuovo regolamento che prevede di destinare il 20% delle nuove superfici costruite agli affitti calmierati potrebbe apparire, a prima vista, una proposta giusta e condivisibile. Tutti siamo consapevoli dell'emergenza abitativa che Firenze sta vivendo, eppure, proprio in virtù di questa emergenza, dobbiamo essere in grado di fare delle scelte politiche coraggiose e lungimiranti, che vanno oltre il semplice "compromesso" che questo regolamento sembra rappresentare. L’idea di destinare una quota del 20% degli edifici a nuove costruzioni agli affitti calmierati potrebbe sembrare una soluzione parziale, ma è lontana dall'affrontare con serietà e concretezza il problema. Firenze ha bisogno di ben altro, soprattutto se consideriamo che la domanda di case a prezzi accessibili è di gran lunga superiore a quella che questo percentuale può soddisfare. In una città che sta vivendo un progressivo esodo della classe media e una crescente disuguaglianza economica, il 20% di affitti calmierati non rappresenta altro che una "goccia nell'oceano". E non possiamo permetterci di rimanere nella logica dell’"emergenza", facendo credere ai cittadini che, con qualche misura simbolica, il problema si risolverà. Inoltre, è evidente che una misura di questo tipo non aiuterà affatto a incentivare una vera rigenerazione urbana, che è invece necessaria per recuperare le aree degradate della nostra città. Il social housing e la rigenerazione urbana non possono essere visti come due realtà separate: occorre una visione integrata e più ambiziosa. Il rischio che corriamo, con la destinazione del 20% alle sole abitazioni a canone calmierato, è che molti progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana vengano ostacolati, se non addirittura compromessi. I costruttori e gli investitori privati, incentivati da norme che non premiano la piena trasformazione del tessuto urbano, potrebbero preferire soluzioni più semplici e meno rischiose, creando quartieri omogenei e privi di diversità sociale ed economica, senza una vera spinta alla riqualificazione dei luoghi abbandonati o in degrado. Un altro aspetto che mi preoccupa è l’idea che, mettendo un tetto del 20% sugli affitti calmierati, si possa risolvere il problema della speculazione edilizia o dei prezzi troppo alti. Questo approccio rischia di essere solo un palliativo. La vera battaglia contro la speculazione edilizia e per la sostenibilità economica dell’abitare a Firenze non può passare attraverso un meccanismo che consente di continuare a costruire per il mercato privato, magari con alcuni incentivi per le aree a basso reddito. Serve una politica che garantisca più ampi interventi pubblici, non solo per il social housing, ma anche per l’affitto a lungo termine, in modo che non si crei una "ghettizzazione" delle zone in cui si interviene. Le risorse pubbliche devono essere impiegate per costruire una città che possa realmente rispondere ai bisogni di chi la abita, non solo per mettere una toppa a un sistema che ormai mostra la sua inadeguatezza. Infine, è necessario guardare al futuro con una visione strategica. Firenze, come molte altre città italiane, ha bisogno di un piano di trasformazione urbana che non si limiti a rispondere all’emergenza abitativa, ma che crei le condizioni per un rinnovamento complessivo. Questo deve includere il recupero del patrimonio esistente, la creazione di quartieri integrati, la promozione di spazi pubblici e sociali, l’innovazione nelle politiche di mobilità e sostenibilità. Mi chiedo e vi chiedo, perché ad esempio non si è lavorato affinché uno, dico uno, dei 4 attuali student hotel (Mannelli, Lavagnini, Romito e Belfiore) non divenisse condominio comunale a canone calmierato? Mannelli in particolare dove erano gli uffici della mobilità che si è preferito trasferire alla Leopolda per far convertire la sua destinazione d’uso da “direzionale” in “ostello della gioventù” anziché farci noi un investimento da 10.000.000 di euro per poi realizzarvi appartamenti popolari, è stato a mio avviso l’ennesimo errore gestionale che l’amministrazione comunale ha fatto e a cui rimedia di facciata con questa delibera.

In sintesi, il 20% delle nuove costruzioni destinate agli affitti calmierati, sebbene ben intenzionato, non è una risposta sufficiente né alle esigenze immediate delle famiglie fiorentine, né alla necessità di una rigenerazione urbana che restituisca valore e vivibilità ai nostri quartieri più degradati. È necessario un piano più ambizioso, che coinvolga tutta la città e che superi il concetto di “accontentarsi” di una quota fissa. Dobbiamo osare di più e guardare oltre l'orizzonte delle politiche a breve termine”.

Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia Alberto Locchi

(fdr)

Ultimo aggiornamento:

07/07/2025, 17:44

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