Descrizione
Queste le dichiarazioni di Caterina Arciprete, Giovanni Graziani e Vincenzo Pizzolo di AVS - Ecolò
“Francesca Albanese è funzionaria dell’ONU. Il suo mandato consiste nel monitorare e segnalare eventuali violazioni dei diritti umani nei territori occupati. Nel corso del suo incarico, Albanese ha documentato e denunciato gravi violazioni del diritto internazionale umanitario: l’uso della fame come arma, la distruzione sistematica di scuole e ospedali, l’uccisione di civili, compresi bambini. In un suo recente rapporto, ha parlato apertamente di genocidio e ha evidenziato la complicità di attori economici – aziende, investitori, fornitori di armamenti e tecnologie – nel perpetuarsi della violenza e dell’oppressione.
Albanese è attualmente sotto attacco da Israele e dagli Stati Uniti ed oggetto di campagne di discredito mentre i protagonisti del conflitto, come il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu – su cui grava una richiesta di mandato d’arresto da parte della Corte Penale Internazionale per presunti crimini di guerra – continuano a godere di ampio riconoscimento politico e diplomatico.
Questo episodio solleva interrogativi profondi sulla tenuta delle istituzioni internazionali, sull’autonomia dell’ONU e sul rispetto del diritto internazionale. Colpire chi documenta i crimini, anziché chi li commette, rappresenta un pericoloso precedente. Preoccupa anche il silenzio delle principali istituzioni europee e dei governi democratici, che finora non hanno espresso una posizione chiara in difesa non solo di Francesca Albanese, ma anche del mandato delle Nazioni Unite e della legittimità del lavoro di monitoraggio indipendente sui diritti umani.
In un contesto internazionale sempre più segnato da ipocrisie e asimmetrie, è fondamentale riaffermare alcuni principi essenziali: la protezione dei difensori dei diritti umani, il rispetto per le funzioni dell’ONU, e l’inviolabilità del diritto alla verità”. (s.spa.)