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Decreto Sicurezza. Luca Milani (Capogruppo PD): “Una legge che limita i diritti di libertà dei cittadini”

Data:

28 Maggio 2025

Tempo di lettura:

2 minuti, 57 secondi

Descrizione

“Il Governo ha fatto approvare, con il meccanismo della fiducia, al Senato e ora passerà per l’approvazione definitiva alla Camera dei Deputati il decreto Sicurezza. Un provvedimento che, nonostante la conclamata emergenza sovraffollamento nelle carceri, introduce 14 nuove fattispecie di reato e prevede 9 inasprimenti di pena con cui il centrodestra colpisce soprattutto le forme di dissenso.

Come gruppo PD – spiega il capogruppo Luca Milani – rimaniamo convinti che questo provvedimento non produrrà maggiore sicurezza. Non sono previsti investimenti in prevenzione, zero euro agli enti locali, nessuna risorsa per l’aumento dell’organico e un rinnovo adeguato del contratto delle forze dell’ordine, ma meno libertà, una grave repressione del dissenso e un particolare accanimento verso alcuni gruppi sociali.

Ci sono molti nuovi reati, molte nuove aggravanti e innalzamenti di pena, una significativa estensione della carcerazione, l’autorizzazione agli agenti di pubblica sicurezza a detenere e a portare senza licenza armi, anche quando non sono in servizio.

In questo decreto non si parla di rigenerazione urbana, di marginalità sociali, delle condizioni degli istituti penitenziari e sulla funzione rieducativa della pena, o sulle condizioni di lavoro del personale delle forze di pubblica sicurezza e penitenziarie. Potranno finire in prigione pure gli attivisti per il clima, quelli che nel centrodestra chiamano gli «eco-vandali»: reclusione fino a un anno e mezzo e multe da mille a 3mila euro per chi imbratta un bene dello Stato. Sempre per frenare le loro proteste, su spinta della Lega, torna ad essere punibile con il carcere il “blocco stradale”. Una legge che cerca di affrontare alcune questioni di indubbia rilevanza sociale attraverso la sola prospettiva repressiva, spingendosi a punire anche condotte che costituiscono, più che una minaccia alla libertà e alla sicurezza dei cittadini, forme di manifestazione del dissenso o di reazione, non violenta, a condizioni di particolare degrado, non per niente è stato ribattezzato decreto anti Gandhi.

Gran parte delle disposizioni manifestano un tratto politico e culturale che è tipico dell’azione di questo Governo, e che si potrebbe sintetizzare nell’avversione al pluralismo e alle manifestazioni del dissenso superando ogni limite posto dalla Costituzione o dal diritto europeo. Matteo Salvini ha ottenuto che si inserisse una norma anti No-Tav e No-Ponte, che inasprisce le pene per chi minaccia un pubblico ufficiale per impedire la realizzazione di un’opera pubblica strategica. Per l’Associazione dei professori di diritto penale, vengono così «criminalizzate condotte espressive di marginalità sociale odi forme di manifestazione del dissenso, con interventi che risultano di dubbia compatibilità». Questa legge – conclude il capogruppo PD Luca Milani – non serve a garantire quella sicurezza che è invece necessario garantire a ogni persona affinché possa esercitare i propri fondamentali diritti di libertà e di partecipazione, individuale e collettiva”. (s.spa.)

Ultimo aggiornamento:

28/05/2025, 15:50

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