Queste le dichiarazioni della capogruppo Cecilia Del Re di Firenze Democratica:
“Per chi non ha ricevuto la letterina in cui si avvisava di un evento che si sarebbe tenuto nel quartiere di Santo Spirito, diventa difficile comprendere cosa succederà in Oltrarno, e quali i contenuti dell’accordo con l’amministrazione. Perché non si danno molte spiegazioni nel comunicato senza firma in cui si riportano solo le molte strade che saranno off limits questa settimana.
Anzi, da quel che si legge, è stato scaricato sul privato l’onere della “comunicazione confindenziale”, come se un evento del genere riguardasse solo i residenti impattati dall’iniziativa della maison fiorentina, e non anche la questione politica del rapporto con lo spazio pubblico in città (in questo caso, pare, di un intero rione).
L’atteggiamento, evidentemente, è di chi non ritiene di essere neppure tenuto a dare più di tante spiegazioni di un atto (immaginiamo una delibera di giunta, che ancora però non è pubblicata in rete civica) perché di quello spazio pubblico e di come lo si gestisce il governo cittadino si ritiene “proprietario”: i pochi che seguono le discussioni in consiglio e commissioni lo sanno, il refrain della maggioranza è sempre lo stesso: “siamo stati votati, e dunque il popolo ha delegato noi a governare e a compiere scelte per il bene della città”.
In questo caso, il bene della città è stato decretato che sia (a quanto ci è dato capire dalle repliche alle polemiche sorte) “un ritorno d’immagine per Santo Spirito” e un aumento delle entrate per il bilancio comunale (anche se non abbiamo compreso per bene neppure dove saranno impiegate le risorse introitate, ma ci par di capire che non verranno impiegate sul Quartiere).
Noi non ci sorprendiamo di tutto questo, ma ci sorprendiamo di chi si sorprende. Tutto questo faceva parte della tanto osannata continuità. Fa piacere, per carità, che ci sia ancora qualcuno che mantiene uno spirito critico (perché l’alternativa sono la rassegnazione e l’assuefazione, assai pericolose), ma occorre chiedersi se oltre a considerare diversamente lo spazio pubblico si sia fatto abbastanza per dare spazio a chi quella continuità non la invocava, e alle proposte alternative che era (ed è) possibile costruire.
Insomma, è sempre una questione di spazio, “privatizzato” a qualsiasi livello da chi governa la città. Ma fa comodo (quasi) a tutti non parlarne. Sarà il ‘male’ di qualche giornalata, ma passa velocemente, per chi la fa e per chi ne è destinatario, e che tutto poi resti com’è fa comodo a (quasi) tutti”. (s.spa.)