Sollicciano. Milani, Balli, Innocenti, Amato (PD): “Grazie alla Commissione 4 un percorso durato quasi un anno, di sopralluoghi, audizioni con operatori, associazioni, detenuti, lavoratori e incontri con le istituzioni”
28 Luglio 2025
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Descrizione
“La nostra vita qui non è dignitosa”: la relazione della Commissione IV su Sollicciano raccoglie anche dati e voci dei detenuti. La Commissione IV del Consiglio Comunale di Firenze ha presentato la relazione finale sul carcere di Sollicciano, restituendo un quadro di gravi criticità, aggravate dal sovraffollamento (547 detenuti per 353 posti effettivi) e da condizioni strutturali degradate. Durante i sopralluoghi, i membri della Commissione hanno ascoltato direttamente i detenuti, che hanno consegnato un documento collettivo: “Le nostre celle sono piene di infiltrazioni, senza acqua calda, con impianti rotti e sporcizia ovunque. Viviamo isolati, senza possibilità di lavoro o di formazione. Non chiediamo favori, ma il rispetto della nostra dignità”. Le principali criticità: Le testimonianze dei detenuti parlano di una vita “ferma”, senza attività rieducative né socialità: “Passiamo intere giornate chiusi senza far nulla. I corsi professionali sono pochissimi e riservati solo a pochi. Ci sentiamo abbandonati”. A queste si aggiungono condizioni igieniche precarie con topi, insetti e cimici da letto, oltre alla carenza di visite mediche: “Per un controllo sanitario dobbiamo aspettare settimane. Molti di noi assumono psicofarmaci solo per sopportare la vita qui”.
La Commissione IV “Politiche sociali e della Salute, Sanità e Servizi sociali” del Consiglio Comunale di Firenze ha presentato la relazione finale sulla Casa Circondariale di Sollicciano, dopo un percorso durato quasi un anno, di sopralluoghi, audizioni con operatori, associazioni, detenuti, lavoratori e incontri con le istituzioni. Sono intervenuti anche il nuovo Garante delle persone private delle libertà individuali Giancarlo Parissi nonché il suo predecessore Eros Cruccolini. Il quadro emerso è estremamente critico, sia sotto il profilo strutturale e sanitario, sia per quanto riguarda le opportunità educative, lavorative e di reinserimento sociale. Le criticità principali:
•Sovraffollamento: la capienza regolamentare è di 497 posti, ma 144 sono inagibili, portando i posti effettivi a 353 contro le 547 presenze attuali. Il tasso di affollamento raggiunge il 155%.
•Struttura degradata: infiltrazioni d’acqua, impianti obsoleti, assenza di riscaldamento e acqua calda in molte celle, presenza diffusa di topi e insetti. Alcune sezioni maschili e una femminile sono state chiuse per inagibilità.
•Carenza di servizi sanitari: lunghi tempi di attesa per visite mediche e specialistiche, carenza di personale sanitario e uso improprio di psicofarmaci.
•Opportunità formative insufficienti: solo 10 aule scolastiche per 547 detenuti, mancanza di laboratori professionali e di attività strutturate di lavoro.
•Condizioni difficili per il personale: carenza di organico, doppi turni, ambienti insalubri, scarsità di alloggi per gli agenti. Le linee di azione e proposte di miglioramento: La Commissione chiede interventi urgenti e coordinati per garantire condizioni dignitose di detenzione e per rafforzare la funzione rieducativa del carcere, come previsto dall’art. 27 della Costituzione. Le azioni prioritarie proposte includono:
•Un piano straordinario di ristrutturazione della struttura, con la creazione di refettori, docce adeguate e spazi per attività comuni.
•Riduzione del sovraffollamento, anche tramite un maggiore ricorso a misure alternative alla detenzione (affidamento ai servizi sociali, semilibertà, lavori di pubblica utilità).
•Potenziamento di istruzione e formazione professionale, in collaborazione con scuole, università e aziende locali (es. corsi di cucina, pelletteria, scrittura creativa).
•Maggior supporto sanitario e psicologico, con il rafforzamento dei presidi medici e la creazione di percorsi terapeutici personalizzati, soprattutto per chi ha disturbi psichiatrici (quasi il 50% dei detenuti in Toscana).
•Progetti di reinserimento lavorativo, sfruttando le opportunità offerte dalla Legge Smuraglia e coinvolgendo il tessuto produttivo locale.
•Governance locale permanente, tramite la creazione di un Tavolo con Comune, Regione, Ministero della Giustizia e terzo settore, per garantire interventi coordinati e continui.
•Riqualificazione dell’area urbana circostante, con migliori collegamenti, alloggi per il personale e la creazione di un “parco urbano penitenziario” per integrare il carcere con il territorio.
“Sollicciano è uno dei nodi più critici del sistema penitenziario italiano. Le condizioni attuali non sono compatibili con i principi di dignità e rieducazione previsti dalla Costituzione. La nostra relazione non vuole essere solo una denuncia, ma una roadmap di azioni concrete” ha dichiarato Edoardo Amato, presidente della Commissione IV.
“La nostra vita qui non è dignitosa” la relazione della Commissione IV su Sollicciano raccoglie anche dati e voci dei detenuti e di quanti lavoratrici e lavoratori operano all’interno dell’Istituto. Durante i sopralluoghi, i membri della Commissione hanno ascoltato direttamente i detenuti, che hanno consegnato un documento collettivo: “Le nostre celle sono piene di infiltrazioni, senza acqua calda, con impianti rotti e sporcizia ovunque. Viviamo isolati, senza possibilità di lavoro o di formazione. Non chiediamo favori, ma il rispetto della nostra dignità”. Le testimonianze dei detenuti parlano di una vita “ferma”, senza attività rieducative né socialità: “Passiamo intere giornate chiusi senza far nulla. I corsi professionali sono pochissimi e riservati solo a pochi. Ci sentiamo abbandonati”. A queste si aggiungono condizioni igieniche precarie con topi, insetti e cimici da letto, oltre alla carenza di visite mediche: “Per un controllo sanitario dobbiamo aspettare settimane. Molti di noi assumono psicofarmaci solo per sopportare la vita qui”. Centrale anche la richiesta di aumentare corsi formativi e lavoro penitenziario: “Vorremmo imparare un mestiere e tornare utili alla società, ma qui non ci sono possibilità”, hanno detto alcuni detenuti. “La situazione di Sollicciano non è solo una questione di sicurezza, ma di civiltà. Senza un cambiamento radicale rischiamo di restituire alla città persone ancora più fragili e arrabbiate” ha dichiarato il Capogruppo PD Luca Milani. (s.spa.)

