Descrizione
“A un anno dall’avvio delle strutture per la gestione dei migranti previste dall’accordo tra Italia e Albania, il bilancio evidenzia molte ombre. Dal 14 ottobre 2024 al 28 luglio 2025, 111 persone sono transitate nei centri di Shëngjin e Gjadër, inaugurati con il primo sbarco del 16 ottobre 2024, quando 16 migranti bengalesi ed egiziani arrivarono a bordo della nave Libra.
Le prime fasi sono state caratterizzate da disorganizzazione e mancanza di formazione del personale albanese, assunto dalla cooperativa italiana Medihospes, che ha gestito le strutture su incarico della Prefettura di Roma.
Nel corso dei mesi, tre tentativi di trasferimento di migranti dalle acque internazionali sono stati bloccati dai tribunali italiani, a dimostrazione che il Ministero dell’Interno non aveva nessuna strategia ne struttura giuridica solida. Dall’11 aprile 2025, una parte del centro di Gjadër è stata riconvertita in Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), destinato alle persone irregolari in attesa di espulsione.
La maggioranza dei migranti è stata rimpatriata attraverso l’Italia, con una sola eccezione: cinque cittadini egiziani espulsi direttamente da Tirana al Cairo. Tale operazione ha sollevato dubbi giuridici sulla reale applicazione della giurisdizione italiana in territorio albanese, evidenziando ancora di più i limiti dell’accordo e le criticità di controllo sul rispetto degli standard legali europei.
Sul fronte gestionale, la cooperativa Medihospes – unica aggiudicataria dell’appalto dopo il ritiro di altre concorrenti – ha visto crescere significativamente i propri affari: nel 2024 il fatturato ha raggiunto 179 milioni di euro, con oltre 4.500 dipendenti.
A dodici mesi dall’avvio del progetto, l’esperienza albanese come il più evidente fallimento delle politiche di Governo. Nei fatti un esperimento dai confini giuridici incerti e con un impatto operativo, economico e umano terribile”.
Queste le dichiarazioni del Capogruppo PD Luca Milani. (s.spa.)

