Lorenzo Masi (Capogruppo MoVimento 5 Stelle): “Scudo Verde e banchi dati. Il Comune paga 600 mila euro per avere i dati dei veicoli circolanti in città”
28 Luglio 2025
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Descrizione
Queste le dichiarazioni del Capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Palazzo Vecchio Lorenzo Masi.
“Sono passati ormai diversi mesi da quando l’Amministrazione Comunale ha annunciato l’addio al sistema delle vetrofanie e l’obbligo per i fiorentini di registrare la targa del proprio veicolo sul sito della SaS Servizi alla Strada Spa, società partecipata del Comune di Firenze.
Abbiamo più volte chiesto conto al Comune dei motivi di questa scelta, che tanto piaceva ai cittadini, e del perché di fatto si è costretto i fiorentini ad effettuare un’operazione – la registrazione telematica – quando in realtà l’Amministrazione possedeva già parte di questi dati e comunque con più tempo avrebbe potuto integrarlo via via che i cittadini si registravano.
Sì, perché il Comune ha a disposizione numerose banche dati, da cui può attingere dati sensibili e utili per le diverse necessità istituzionali.
E allora perché non si sono usati direttamente questi dati, anziché chiedere ai cittadini uno sforzo che, per quanto sostenibile ma non da tutti – pensiamo agli anziani o a chi non ha dimestichezza con la tecnologia - ha portato a problemi quali quelli che tutti ricordiamo, dal black out del portale Sas alle code chilometri agli sportelli del Parterre?
Oggi abbiamo anche avuto la conferma dall’assessore Giorgio che i dati ci sono eccome e che non vengono forniti a titolo gratuito, anzi. Il Comune paga. La cifra a noi nota pare essere di oltre seicento mila euro. Si tratta di un importo non di poco conto.
Sembrano esserci poi molte discordanze con i mezzi che realmente circolano in città, tant’è che il Comune, tramite la SaS Servizi alla Strada, chiede ai residenti di verificare se le targhe associate ai propri mezzi - veicoli e ciclomotori - sono in regola o meno con i divieti imposti dallo Scudo Verde, andando a inserire sul sito il numero della targa e verificando se la stessa risulta o meno in una black list, sulla base di dati forniti direttamente dalla Motorizzazione Civile.
Lo stesso viene chiesto a tutti quegli enti, quali Pubbliche Assistenze e Misericordie, che possiedono autoambulanze e veicoli adibiti ad attività di primo soccorso o trasporto socio-sanitario programmato o di emergenza.
Perché il Comune non verifica direttamente, visto che i dati ce l’ha già? Non possiamo continuare a chiedere ai cittadini per servizi che già ci sono e che vengono anche pagati.
Per questo motivo auspico una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Amministrazione Comunale e un cambiamento nella modalità di gestione di questa enorme quantità di dati sensibili. Ed infine mi domando, ma chi ha scelto di spendere 600 mila euro?”. (s.spa.)

